Un Garante per le disabilità nel Lazio, la proposta in discussione e le critiche di Fish
Pubblichiamo l’articolo uscito su redattoresociale.it, in merito alla proposta dell’istituzione del garante per la disabilita nel Lazio. Di seguito le riflessioni del presidente FISH Lazio ( nostra socia ) Daniele Stavolo.
Per l’associazione, “la costituzione di un Istituto di Garanzia di questo tipo non è priorità nell’ambito delle Politiche di intervento in favore delle persone con disabilità nel Lazio. Le istanze delle famiglie e delle associazioni sono puntuali e concrete: tra queste, la necessità di adeguati sostegni domiciliari per la vita indipendente”
ROMA – Il Consiglio Regionale del Lazio sta in questi giorni discutendo la Proposta di Legge N. 27 del 15 maggio 2023, che intende istituire, presso lo stesso Consiglio, un Garante per la tutela delle persone con disabilità nella nostra Regione. Lo scorso 15 giugno in audizione presso la VII Commissione Consiliare – Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare, il presidente di Fish Lazio Daniele Stavolo ha portato all’attenzione della Commissione diverse osservazioni sulla Proposta di Legge, sia di sistema, che nel merito dell’articolato di seguito riassunte.
Innanzitutto, secondo Fish Lazio, “se si vuole porgere oggi attenzione alle istanze che le famiglie e le associazioni territoriali delle persone con disabilità individuano come bisogni emergenziali, gli argomenti interessati si riferiscono a temi puntuali e specifici, come, solo a titolo di esempio, la carenza di adeguati sostegni assistenziali domiciliari per favorire la Vita Indipendente, la mancanza di reali progettualità per garantire a tutte le persone gli strumenti per la vita adulta (“Durante e Dopo di Noi”) o la necessità di assicurare continuità ai servizi di inclusione scolastica alle allieve e agli allievi con disabilità. Sotto questo profilo – osserva dunque Fish – la costituzione di un Istituto di Garanzia di questa tipologia attualmente pertanto non sembra rappresentare un priorità nell’ambito delle Politiche di intervento in favore delle persone con disabilità nella Regione Lazio, e non si ravvisa nessuna istanza in questa direzione da parte del mondo associativo”.
Fish Lazio ricorda inoltre che, in osservanza della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, “le Politiche che interessano le persone con disabilità devono essere inserite nell’ambito delle Politiche che riguardano la collettività e l’intera cittadinanza, e non possono essere prerogativa di una o solo alcune Istituzioni. Su un piano culturale pertanto – osserva Fish – le tematiche che interessano le persone con disabilità dovrebbero essere affrontate in via trasversale da ogni Assessorato, che dovrebbe garantire il riconoscimento dei diritti e delle libertà fondamentali, coinvolgendo attivamente, nei processi decisionali, le organizzazioni rappresentative”.
Per quanto riguarda, nello specifico, il testo della proposta, Fish critica le parti che illustrano le funzioni del Garante, tra cui promuovere “la sensibilizzazione al pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà e autonomia della persona con disabilità, nonché la piena inclusione di quest’ultima nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nel tempo libero e nella società”, nonché “interventi di prevenzione e contrasto ai fenomeni di discriminazione a danno della persona con disabilità” e “azioni di prevenzione di ogni forma di sfruttamento, violenza ed abuso a danno della persona con disabilità in tutti gli ambiti della vita associata”. Come osserva Fish Lazio, “tali funzioni non dovrebbero essere affidate ad un solo Istituto, ma assunte e realizzate dalla stessa Regione come Ente, e attraverso le sue diverse articolazioni. Per gli stessi motivi, a tale figura, come definita nella proposta, vengono attribuite funzioni specifiche assolte oggi alcune dalle Organizzazioni di rappresentanza, altre da Istituti già esistenti, come il Difensore Civico regionale”.
Il Garante nazionale
Fish Lazio propone poi alcune riflessioni sul ruolo del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, divenuto pienamente operativo, grazie alla costituzione dell’Ufficio, solo nei primi mesi del 2016. “Al Garante Nazionale è attribuito, tra gli altri, il compito di monitorare le strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane o con disabilità, in base alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Si tratta di luoghi dove il rischio di isolamento, contenimento, segregazione, e perdita della libertà di scegliere la propria quotidianità è estremamente elevato, in particolare per persone che hanno necessità di sostegni intensivi e prive di legami familiari. Il Garante Nazionale – continua Fish – viene quindi investito della funzione di monitorare i luoghi, e più in generale, le situazioni di privazione della libertà, al fine di prevenire qualsiasi possibile trattamento contrario alla dignità delle persone, e, nell’esercizio di tale funzione, coordina i Garanti regionali, dando ad essi forme e procedure comuni. Nella Regione Lazio tuttavia, come in altre, secondo disciplina vigente il Garante (dei detenuti) regionale non risulta legittimato ad esercitare quelle funzioni di tutela dei diritti umani, e orientamento degli organismi politici e istituzionali, proprio nelle materie che la Costituzione Italiana attribuisce alle competenze legislative regionali, generando un vulnus normativo che ricade sulla vita delle persone più esposte al rischio di istituzionalizzazione e trattamenti discriminatori”.
Per questo motivo,negli anni scorsi la Fish “aveva avviato un percorso di concertazione con il Consiglio Regionale ed il Garante dei detenuti della Regione Lazio (Stefano Anastasia), proprio al fine di colmare quel vulnus, e attribuire organicità e coerenza ad una disciplina ancora carente sotto questi profili in tutte le regioni italiane. Nell’ambito delle sue funzioni, un Garante istituito per la tutela dei diritti delle persone con disabilità dovrebbe espletare in via principale quella di vigilanza e ispezione dei luoghi di privazione della libertà personale, configurandosi come figura di prevenzione e contrasto all’istituzionalizzazione delle persone, ma nel testo della P.L. 27/2023 tale funzione e le modalità con cui si realizza non sembrano essere previste. Imprescindibile elemento quindi nella previsione di questo istituto monocratico è l’attribuzione in capo allo stesso di funzioni di vigilanza ed ispezione presso le strutture residenziali e semiresidenziali socioassistenziali e sociosanitarie, a garanzia della possibilità di accesso per tutelare le condizioni degli ospiti con disabilità”.
La proposta seguirà il consueto iter con l’esame presso le altre Commissioni consiliari per approdare poi in aula di Consiglio per l’approvazione conclusiva.