Nuovo welfare: nasce Akkittate Casa
E’ con molto interesse che stiamo seguendo le riflessioni dei nostri soci di Arci Roma che, alla luce dell’emergenza pandemica, quando ogni circolo ha dovuto chiudere i battenti, hanno intensificato – anziché chiudersi in sé stessi – la loro apertura alla città e alle sue fragilità. Con molti altri nodi del Forum del Terzo Settore del Lazio, le persone che animano i circoli Arci hanno dato vita alla fatica dell’azione mutualistica di tutte e tutti noi nei giorni del lockdown, aprendo le sedi per la distribuzione dei pacchi alimentari, per l’accoglienza dei senza dimora, proponendosi come location per la campagna vaccinale prima che questa fosse definita.
In quei mesi sono nati progetti innovativi e potenti di quello che definiamo spesso come nuovo welfare, come Akkittate, e ora, siamo felici di annunciare l’upgrade di quella esperienza: Akkittate Casa!, un progetto nell’ambito di Comunità solidali 2020 finanziato dalla Regione Lazio.
Ecco il comunicato che ne dà notizia:
Sulla scia delle lezioni della pandemia, quando molti dei circoli di Arci Roma – chiusi dal Covid – decisero di aprirsi ai percorsi di mutualismo dal basso, riconvertendo persone e spazi in direzione di azioni più efficaci per alleviare povertà rese ancora più acute dalla inedita emergenza, è partito Akkittate Casa, un progetto che mira a fornire una seconda chance a persone senza fissa dimora realizzando un’evoluzione del precedente progetto Akkittate nato proprio nei mesi successivi al lockdown.
«Tutto nasce dalla constatazione della fragilità del sistema d’accoglienza pubblico, inadeguato a far fronte all’aggravarsi dell’emergenza – spiega Simona Tocci, responsabile del progetto per conto della capofila, l’Arci Roma – per questo abbiamo costruito una rete di interventi che integrano attività circolistiche con progetti di accoglienza strutturata: ora Arci Roma, in rete con i propri circoli, assiste grazie al progetto Akkittate! molti senza-fissa-dimora distribuendo settimanalmente pasti caldi, indumenti invernali, coperte e beni di prima necessità soprattutto nei quartieri dove si concentrano i casi più disperati». Succede a ridosso delle grandi stazioni o in punti tristemente noti del quadrante est della città.
«In questo contesto – continua Tocci – è nato il desiderio di costruire soluzioni più longeve almeno per alcune delle persone incontrate durante questa esperienza, soluzioni abitative stabili che possano riportare in un quadro di normalità e dignità alcune di queste vite».
Oltre a fornire un aiuto materiale, il progetto punta ad attivare una serie di servizi in grado di accogliere le istanze dei beneficiari e dare risposte concrete alle loro esigenze: sostegno psico-sociale, segretariato sociale, consulenza legale, collegamento con i servizi formali ed informali del territorio, promuovendo la realizzazione di percorsi individuali e collettivi di integrazione sociale, lavorativa e culturale.
L’obiettivo principale del progetto è quello di sottrarre dalla strada alcune persone individuate durante l’esperienza di Akkittate, inserirle in un contesto abitativo consolidato, seguirle per 12 mesi con percorsi di orientamento ed inserimento socio-lavorativo, favorendone la partecipazione a corsi di formazione o anche a tirocini formativi o di inserimento sociale, grazie alla ricca rete di realtà solidali con cui Arci Roma APS collabora, in particolare l’Odv Nonna, i circoli Stone Head e No Problem, rispettivamente del V e del XV Municipio, e che si sono rese disponibili a sostenere il progetto grazie alla realizzazione di tirocini.
In particolare il progetto prevede: il consolidamento dei posti di accoglienza garantendo l’empowerment e l’accompagnamento all’autonomia dei singoli beneficiari finali; l’accompagnamento e sostegno al lavoro e all’occupabilità dei beneficiari.
Akkittate Casa si suddivide nei seguenti obiettivi specifici: incentivare l’emersione e lo sviluppo di competenze, intese non solo come progressivo miglioramento e acquisizione di nuove conoscenze tecniche, ma anche come capacità e conoscenze trasferibili in contesti esterni alle attività del progetto, le competenze trasversali: competenze realizzative, comunicative/relazionali, di efficacia e di gestione. I percorsi di formazione, in contesti formali e informali, verranno realizzati attraverso la definizione di progetti individualizzati, tirocini sociali, aggiornamenti e work
Experience per identificare, evidenziare e certificare le competenze individuali degli utenti coinvolti nelle attività; fornire supporto formale e informale alla ricerca attiva del lavoro.
Infine, l’avviamento di percorsi di carattere mutualistico e solidaristico proverà a rendere i beneficiari protagonisti di un percorso di cambiamento personale e collettivo coinvolgendoli nelle attività dell’associazione, che li porteranno a riappropriarsi del loro essere partecipi e attori agenti in contesti condivisi e solidali. Potranno quindi usufruire di tutta la rete messa a disposizione da Arci Roma e partecipare alle attività di volontariato all’interno dei circoli dove verrà loro rilasciato un attestato in base all’attività svolta e alla frequentazione effettiva.
«Questo progetto ambisce a diventare un modello che possa contribuire alla crescita del sistema di accoglienza privato – conclude Tocci – stimolando anche altre realtà ad agire in questo senso con l’obiettivo finale di avere un impatto importante anche a livello di numeri nel contrasto dell’emergenza, nonché un esperimento nuovo di cooperazione stretta tra soggetti eterogenei, partner, collaboratori, soggetti privati, professionisti e volontari».