Fami-Open Doors: dalla parte di chi fugge e di chi accoglie

Nella Giornata dei/delle Rifugiati/e vi proponiamo i risultati e i percorsi scaturiti dal Progetto Open Doors P.orte A.perte: PA.rliamo e PA.rtecipiamo

Tutte le persone costrette a fuggire hanno il diritto di essere protette e a ricostruire le loro vite, senza distinzioni. Per questo da 21 anni celebriamo il 20 giugno la Giornata internazionale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite per commemorare l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati.

Ogni anno l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) seleziona un tema comune per coordinare gli eventi celebrativi in tutto il mondo. Quest’anno Unchr avverte che il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case è aumentato ogni anno nell’ultimo decennio ed è ora il più elevato da quando si è cominciato a registrare il dato. A maggio 2022, oltre 100 milioni di persone risultano essere in fuga nel mondo a causa di persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni di diritti umani o eventi che compromettono gravemente l’ordine pubblico. A fine 2021, la cifra era di 89,3 milioni.

Una premessa necessaria non tanto per chi si occupa quotidianamente delle persone più vulnerabili e fragili nelle nostre città ma perché serve a spiegare fuori di noi la mole di lavoro che le nostre reti si trovano a svolgere.

Da questo punto di vista può essere utile leggere i risultati e i percorsi scaturiti dal Progetto Open Doors P.orte A.perte: PA.rliamo e PA.rtecipiamo. Il progetto è stato finanziato dal FAMI – Fondo asilo e migrazione – con gli obiettivi di sostenere e supportare i Comuni attraverso interventi formativo/informativi rivolti a operatori e amministratori, diffondere buone e utili pratiche e sostenere la popolazione immigrata dal punto di vista socio sanitario, nel quadro di un sostegno complessivo alla popolazione vulnerabile. Se n’è discusso giovedì 16 nel convegno finale a Palazzo Valentini: Accogliere e includere: strumenti e risorse a disposizione di Comuni e Terzo Settore per governare gli impatti dell’immigrazione e sostenere le persone migranti.

Si tratta di Interventi realizzati dal partenariato tra Uncem (Unione delle Comunità e dei Comuni Montani) – capofila – Esercito della Salvezza, Eures Ricerche economiche e sociali, Federconsumatori Lazio, Forum del Terzo Settore del Lazio, Medicina Solidale.

Il Forum Terzo settore Lazio (riconosciuto nel 2018 dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali come l’ente più rappresentativo e numericamente rilevante del Terzo Settore nella regione) ha contribuito al progetto con azioni di formazione e governance destinate alla PA e con attività rivolte a persone e famiglie migranti.

In particolare, il Forum si è impegnato a supportare i Comuni attraverso la realizzazione di un ciclo di webinar on line, fruibile in modalità FAD, rivolto a 104operatori e funzionari della pubblica amministrazione, e altri appuntamenti seminariali sui temi della Riforma del Terzo Settore, sugli aspetti della co-programmazione e coprogettazione; sulle nuove Strategie di Welfare, sulle differenze religiose e culturali e lezioni specifiche sulle linee guida Rapporti PA-Terzo Settore del Ministro Orlando e sulle modifiche dei cosiddetti decreti sicurezza. Complessivamente, le attività seminariali hanno visto, nonostante le turbolenze pandemiche, la partecipazione di 500tra operatori e funzionari pubblici con l’intervento di numerose figure istituzionali.

Prima la pandemia, poi altri eventi straordinari (l’arrivo di rifugiati dall’Afghanistan e poi dall’Ucraina) che si sono susseguiti nel corso dello svolgimento del progetto, hanno stimolato il Forum a intercettare i nuovi bisogni e, insieme alla cabina di regia con la Regione Lazio, sono state attivate numerose reti di governanceattraverso la firma di convenzioni e protocolli con enti istituzionali e accordi di rete con ETS ed enti privati.

Tutti i protocolli e le convenzioni hanno contribuito a rafforzare la rete tra i partners di progetto coinvolgendo soci del Forum come Federconsumatori Lazio, Istituto di Medicina Solidale ed Esercito della Salvezza in tutte le fasi operative.

In totale sono stati raggiunti oltre 4mila beneficiari indiretti grazie all’attivazione di 100 associazioni.

Tra gli interventi più significativi ricordiamo: il Protocollo d’intesa firmato con Roma Capitale finalizzato all’organizzazione del servizio di consegna della spesa a domicilio (che ha sostenuto anche la fornitura di verdura attraverso la rete dell’agricoltura sociale e ha dato lavoro a 10 persone migranti che sono state impiegate nelle cooperative di tipo B aderenti – Cibo sano e Lavoro sano);  l’accordo siglato con la regione Lazio per la distribuzione dei dispositivi di protezione agli ETS (accordo che ha portato alla consegna di 4 milioni di mascherine soprattutto destinate alla popolazione migrante e senza dimora, nonché la nascita di una rete capillare composta da oltre 100 associazioni ed enti religiosi); la convenzione con il dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma per il supporto alla popolazione in condizioni di fragilità (che ha coinvolto 15 associazioni e supportato circa 1200 famiglie soprattutto di migranti).

50 sono state le associazioni che hanno operato nell’assistenza diretta ai profughi da Afghanistan e Ucraina(2500 persone accolte con particolare attenzione alle condizioni di disabiità) e nell’invio di 80 tonnellate di beni di prima necessità in Ucraina.

All’Esercito della Salvezza si deve il centro diurno per immigrati e l’insieme di servizi on line connessi. Grazie alla sinergia con il Forum Terzo Settore Lazio è stato possibile supportare 526 famiglie dal punto di vista alimentare e, attraverso il progetto di cittadinanza attiva “Armadio senza Chiavi”, promosso dall’Esercito della Salvezza, 350 famiglie hanno trovato risposta al bisogno di indumenti per l’infanzia rappresentato; 105 famiglie sono state supportate con doni di Natale.

Nel corso del progetto Medicina Solidale si è fatta carico di oltre 1800 persone, la maggior parte delle quali appartenenti a nuclei familiari fragilissimi. Queste persone hanno potuto usufruire di servizi sociali e sanitari. Un accordo tra Forum e Fondazione Roma Cares ha consentito a 150 bambini e bambine la frequenza di centri estivi, ad altri e altre 100 la dotazione di tablet per l’accesso alla DAD e altre azioni di animazione, anche nel periodo natalizio, per garantire il diritto alla spensieratezza anche ai bambini socialmente più fragili.

Federconsumatori Lazio aps, ha deciso di intraprendere azioni e soluzioni volte non solo a rispondere alle esigenze progettuali, ma anche a intercettare i bisogni contingenti e nuovi che hanno colpito sia i beneficiari indiretti (persone immigrate con permesso di soggiorno da più di 18 mesi) sia i beneficiari diretti (dipendenti delle p.a.) del progetto. Inoltre, Federconsumatori ha messo a disposizione il suo know how per aiutare chi, con la crisi sanitaria, ha perso le consuete forme di sostentamento. Attraverso la figura della “Vedetta civica”, Federconsumatori Lazio ha esteso il sostegno stragiudiziale a tutte le fasce deboli e vulnerabili in emergenza economicaper la perdita improvvisa di forme di reddito garantito.

EURES, Istituto di ricerca economica e sociale, ha raccolto in primo luogo le esperienze, le risposte adottate e le più diffuse criticità riscontrate su un campione di oltre 400 sindaci di piccoli, medi e grandi Comuni nel confrontarsi con un fenomeno complesso e spesso condizionato dall’emergenza, quale è la gestione dei nuclei familiari fragili provenienti dai Paesi terzi.

La ricerca ha previsto inoltre la raccolta e l’analisi delle buone prassi realizzate a livello locale nella gestione delle famiglie immigrate fragili, con particolare attenzione alla costruzione di modelli di intervento efficaci e replicabili, realizzati attraverso la collaborazione tra istituzioni e soggetti del terzo settore.

Un contributo di primo piano alla costruzione del quadro conoscitivo complessivamente realizzato è derivato dalla voce delle associazioni del terzo settore impegnate in prima linea nell’accoglienza e nella costruzione di risposte solidaliorientate ai bisogni non solo materiali, di cui le persone immigrate sono portatrici.

Sono stati i focus group tra le donne migranti con figli minori a carico a restituire la specificità di un vissuto che spiega ed amplifica la centralità del valore dell’integrazione e il dovere dell’intera comunità accogliente nel costruire percorsi di accesso ai diritti e alla cittadinanza.

 

Tutti i dettagli del progetto sono disponibili sul sito www.porteaperte.org

 

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