SALUTE MENTALE: L’INFORMAZIONE CHE FA BENE
SALUTE MENTALE: L’INFORMAZIONE CHE FA MALE E L’INFORMAZIONE CHE FA BENE
Corso di formazione per giornalisti
Roma, 20 ottobre 2018 dalle 8,30 alle 13,30 DNB House Hotel – Sala Berlinsani Via Cavour 85/A
FINALITÀ Negli anni settanta Arrigo Debenedetti, allora direttore dell’“Espresso”, nella lista delle espressioni che non voleva che i propri giornalisti usassero, aveva inserito «follia omicida». La comunicazione dei media risente fortemente del linguaggio informale e dei termini che in esso vengono usati, spesso perdendo il proprio significato scientifico (“schizofrenia”, “maniacale”, ma anche “demenza” e così via). Secondo uno studio di Lorenza Magliano del 2010, la parola “schizofrenia” nei giornali è usata, in una percentuale tra l’11 e il 58%, «non in riferimento al disturbo mentale ma per significare imprevedibilità, ambiguità, inaffidabilità. Ai significati metaforici, si aggiunge il risalto dato in cronaca a fatti violenti che coinvolgono persone con questa diagnosi». A quarant’anni dall’approvazione della legge Basaglia, che sancì la chiusura dei manicomi, la maggior parte delle persone ha ancora paura di chi soffre di problemi di salute mentale, perché associa questo problema al rischio di violenza, all’impossibilità di comunicare, all’irresponsabilità e così via. E per questo, l’opinione pubblica accoglie con difficoltà politiche ed interventi sociali basati sul riconoscimento dei diritti e sull’inclusione. Che responsabilità ha l’informazione? I media propongono un’informazione che, ancora oggi, suscita ansia e paura – e quindi contribuiscono ad aumentare lo stigma – oppure hanno un ruolo nella lotta ai pregiudizi e all’esclusione sociale di cui tuttora sono vittime le persone con disturbo mentale e le loro famiglie? E in che modo possono fare questo? Il corso ha l’obiettivo di affrontare il tema di un’informazione consapevole e responsabile, anche e soprattutto nelle sue implicazioni deontologiche.
PROGRAMMA
8.30 Saluti istituzionali
9.00 Intervento introduttivo
A quarant’anni dalla legge 180. Cosa è cambiato, cosa non è cambiato sulla sofferenza mentale. Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Basaglia
9.30 La responsabilità dell’informazione e l’influenza sull’immaginario collettivo.
Analisi delle narrazioni mediali. Marco Bruno, La Sapienza Università di Roma Il linguaggio e le persone. Francesca Dragotto, Università di Tor Vergata, Roma La forza delle telecamere. Paola Aristodemo, giornalista
10.45 Dibattito
11.00 Pausa caffè
11.15 Informazione e salute mentale. Le implicazioni deontologiche La protezione dei soggetti deboli e il rispetto della dignità della persona nel Testo Unico dei doveri del giornalista. Vittorio Sammarco, Università Salesiana La protezione dei soggetti deboli e le routine giornalistiche. Oreste Pivetta, giornalista
12.15 Belle storie, buone notizie: per un’informazione costruttiva
Con noi si può parlare. La testimonianza di Francesco Rizzi e Roberta del Bene, Associazione Itaca Percorsi di autonomia: il ruolo del volontariato. Alessandro Reali, associazione 180 amici La forza delle famiglie: il ruolo del volontariato, Giovanni Fiori, associazione Immensa…mente
13.00 Dibattito
La mattinata di lavoro è moderata da Carlo Gnetti, giornalista, presidente di AVO Roma