Roma: discriminazione in ospedale per le persone con disabilità
Comunicato stampa
Policlinico Umberto Primo, a Roma: discriminazione in ospedale per le persone con disabilità.
“Persone, se così si possono chiamare…”
Giulia Valido è affetta da cerebropatia infantile con insufficienza mentale e comizialità, vive nella casa famiglia Casablu della cooperativa sociale Spes Contra Spem.
Il 10 agosto 2016 veniva trasportata con urgenza in ambulanza al Policlinico Umberto I di Roma per un’emorragia, accompagnata da una delle operatrici della casa famiglia.
Al momento di fare un prelievo di sangue l’infermiera ha risposto: “ma perché questa stamattina è dovuta venire proprio qui? Ste persone, se così si possono chiamare, dovrebbero rimanere a casa e vivere la loro vita in serenità senza lo stress di venire in ospedale!” Rifiutandosi di eseguire il prelievo.
Dopo le nostre insistenze la dottoressa presente in sala è intervenuta e ha fatto lei il prelievo. Quell’infermiera si sarà preoccupata del fatto che Giulia avrebbe potuto capire quello che ha detto?
Constatiamo con tristezza che ancora tanta strada c’è da fare, nei nostri ospedali, nella direzione del rispetto delle Persone, a prescindere dalla loro patologia o disabilità. Sembra assurdo: proprio il luogo deputato ad accogliere e curare ogni sorta di malattia, si trova culturalmente imperato di fronte alla disabilità. Come se ci fossero vite degne di essere vissute (e curate) e altre no. Pensavamo di aver sepolto questa idea con il nazismo 70 anni fa. E’ scritto nella costituzione, l’articolo 3 parla chiarissimo: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.). Purtroppo per Giulia non è stato così. Non è nazismo, è totale impreparazione culturale delle persone e delle strutture.
Chiediamo con forza al Policlinico Umberto Primo di adottare la carta dei diritti delle persone con disabilità. Non solo per risarcire Giulia del torto subito, ma per evitare a tutte le “Giulie” che arriveranno, di sentirsi dire cose simili.
Non è un problema di vocabolario, ma di strutturare una accoglienza e un percorso specifico per le persone con disabilità. Risposte diverse a problemi diversi!
La Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale , presentata nel 2013 a un convegno della facolta’ di Medicina e Chirurgia del Gemelli, si basa sugli stessi diritti formulati nella ‘Carta europea dei diritti del malato’ per sottolineare che non esistono diritti speciali per le persone con disabilita’, ma che le loro limitazioni hanno bisogno di strumenti e percorsi adeguati per essere abbattute. Lo sforzo della Carta dei Diritti delle Persone con Disabilita’ in Ospedale, nata dall’esperienza sul campo della Cooperativa sociale Spes Contra Spem Onlus e dal lavoro di un autorevole comitato scientifico composto da medici e bioeticisti da tutta Italia esperti sul tema
La Carta e’ stato sottoscritta da numerose associazioni nazionali attive nel settore della disabilita’ (Fish, Duchenne parent project, Sibilings, ABC-Bambini Cerebrolesi, Fantasia, Associazione Persone Down e Disabili Visivi) che hanno aderito all’iniziativa e ha ottenuto il patrocinio del ministero della Salute e della Regione Lazio. Presentata poi a Lecce, Regione Lombardia, Vicenza, Siena, all’istituto superiore di Sanità a Roma
Nel 2014 Spes contra spem pubblica anche “Persone con disabilità e ospedale: principi, esperienze, buone prassi”. A cura di Berliri e Panocchia. Una raccolta di interventi di esperti del mondo medico sulle migliori pratiche di accoglienza delle persone
Spes contra spem è una cooperativa sociale di Roma nata a Roma nel 1991 e da allora si occupa dell’assistenza alle persone con gravi disabilità. Oggi gestisce quattro case famiglia nel comune di Roma e servizi territoriali di prossimità alle persone con fragilità.
Ufficio Stampa Spes contra spem 3931357911